Per il progetto SWITCHtoHEALTHY è stato istituito l’Osservatorio Permanente della Dieta Mediterranea, con il l coordinamento della Regione Campania. L’Osservatorio Permanente è un hub per favorire lo scambio di informazioni e dati relativi alle iniziative legate alla dieta mediterranea: riunisce un’ampia gamma di parti interessate, tra cui ricercatori, responsabili politici, personalità dell’industria alimentare, nutrizionisti e consumatori. L’Osservatorio permanente comprende il coordinatore del progetto, Enco srl (Italia), e i partner DACC – Department of Climate Action, Food and Rural Agenda (Spain), KTB – Izmir Provincial Directorate of Culture and Tourism (Turkey) e CEEBA – Confederation of Egyptian European Business Association (Egitto).
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La pandemia sanitaria globale sta generando un impatto enorme sulle società del Mediterraneo. Gravi problematiche legate ai sistemi sanitari, conseguenze drammatiche sui risparmi dei cittadini, problematiche per le aziende e cessazione delle attività sociali affliggono la nostra società. Per l’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo risulta essenziale rilanciare l’attenzione degli effetti della pandemia sulla sicurezza alimentare e su quello che può promuovere la comunità internazionale con l’adozione di misure efficaci e sviluppo tecnologico. Attualmente non sono ancora innumerevoli le problematiche alimentari registrare ma gli esperti avvisano che se l’emergenza continuerà potrebbero generarsi conflitti e problemi legati al cibo. Il rischio è un aumento dei prezzi e una riduzione della filiera per le popolazioni più vulnerabili del bacino del Mediterraneo.
Molti paesi potrebbero risentire degli shock del mercato e dell’insicurezza alimentare. Secondo il World Food Program (WFP), i paesi della regione del Mediterraneo più a rischio, oggetto di attenzione da parte dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, sono il Libano, la Libia, la Mauritania, la Palestina e la Siria. Molta preoccupazione è registrata anche per i paesi dell’Africa e soprattutto per quelli più vulnerabili economicamente o troppo dipendenti dalle importazioni dall’estero.
Esistono diverse raccomandazioni politiche che il PAM propone per i paesi interessati, che possono mitigare l’impatto negativo della pandemia sulla sicurezza alimentare:
• Monitorare attentamente i prezzi e i mercati alimentari e comunicare tali informazioni in modo trasparente e al fine di guidare le politiche governative ad evitare il panico sociale.
• Soddisfare le esigenze alimentari delle popolazioni più vulnerabili e rafforzare i programmi di protezione sociale, compreso l’aiuto diretto economico.
• Mantenere aperti i flussi commerciali e garantire che la catena economica sia accessibile a tutti.
Per approfondire dettagliatamente le proposte dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo vi rimandiamo ai file successivi
Si torna a discutere di grano e di diplomazia del grano per l’importanza del settore in tutto il bacino del Mediterraneo. Il grano nel Mediterraneo, o più precisamente il frumento, è il cereale più diffuso al mondo per via dell’alta resa produttiva e delle infinite possibilità di utilizzo dei suoi derivati, come le farine.
Il grano autoctono può essere indicato come il vero attore protagonista della Dieta Mediterranea, quello che deve fornire almeno la metà delle calorie da assumere giornalmente per coprire il nostro fabbisogno energetico. Il grano, ieri come oggi, è al centro di importanti decisioni geopolitiche mondiali, che interessano i maggiori consumatori al mondo, ossia l’area mediterranea.
Il grano, è fortemente influenzato dai cambiamenti climatici. Lo scenario più negativo per il futuro,prevede una diminuzione del 25% della produzione mondiale tra il 2030 e 2049 e, al contempo, la FAO e l’OCDE prevedono che, per nutrire il mondo, la produzione di grano dovrà aumentare del 60%. I giochi politici e la diplomazia del Mediterraneo gravitano attorno al grano e chi lo controlla ha un ruolo strategico. La sua domanda è sempre in crescita,lo consumano 3 miliardi di persone nel mondo, innumerevoli sono le imprese e le start up interessate al settore, anche con l’innovazione tecnologica, e attualmente si produce solo in una decina di paesi.